lunedì 15 luglio 2013

Chi Cowinna mangia la mela!


Cowinning: un altro neologismo che vuole affascinare e in realtà finisce nel banale o una opportunità interessante che non va sprecata?
Opto decisamente per la seconda che ho detto e non solo perché conosco bene una buona parte dei membri del team,  (Rosa Giuffré ad esempio l’ho incontrata qui e qui invece le due chiacchierate con Veronica Gentili: una e due) al momento molte “quote rosa”, ma soprattutto perché trovo lo spunto e l’idea intriganti e capaci di portare del nuovo e con esso occasioni di lavoro.

Lasciamo che siano loro a spiegarci questa iniziativa.

Lo faremo in due puntate. Qui trovate la prima. Questa è la seconda puntata

Davvero il mondo social ci salverà?
Non lo sappiamo. Ci piace pensare che dopo tanto andare nella direzione tecnologica oggi l’uomo stia tornando alla dimensione delle relazioni, alle persone. Perché non saranno però gli strumenti  (social network, piattaforme sociali, comunità online) a salvare il mondo, ma le persone che le useranno nel modo giusto. Sicuramente i social network stanno influenzando i rapporti sociali e il modo di lavorare e molte cose stanno cambiando e speriamo proprio che la cultura della condivisione contagi tutti quanti.
Oggi sembra che esista solo lo storytelling: non è la solita moda che poi passa senza che nessuno se ne sia accorto?
Lo storytelling  è sicuramente di moda ma lo è soprattutto a livello teorico, direi che è più una riflessione più che una pratica diffusa. In fondo, se ci pensiamo, si fa storyteling fin dai tempi dei greci! Omero è stato il primo storyteller della storia! E' solo cambiato il luogo in cui farlo. Omero lo faceva nelle case dei nobili, ora noi lo facciamo sul web. Come concetto quindi non è nulla di nuovo, strutturare la comunicazione come un racconto è un espediente usato in diversi ambiti, per esempio nella didattica e nella pubblicità. Come  approccio di marketing è invece innovativo e attualmente solo alcune grandi aziende o imprese innovative lo stanno utilizzando, penso a Sammontana che ha realizzato questo video
In casi come questi si può capire quale sia l’efficacia di una comunicazione di storytelling, ma aldilà delle risorse messe in campo per la realizzazione di questi messaggi, credo sinceramente che anche una piccola impresa possa fare buon uso di questo approccio attingendo alla creatività e alla fantasia.

Che cosa vuol dire raccontare una storia?
Vuol dire farla vivere per sempre! Raccontare una storia vuol dire narrare di una trasformazione che passa attraverso alcune fasi: la consapevolezza e il senso della nostra identità, l’assunzione di un nuovo punto di vista, un passaggio e l’assunzione di responsabilità di tale cambiamento. Narrare una storia richiede anche una struttura, dei personaggi, un conflitto, una risoluzione, elementi che attivano la memoria e favoriscono l’apprendimento. Infine come dice Salmon, raccontare una storia implica la costruzione di un immaginario nel quale il lettore possa riconoscersi, richiamandosi a valori e sentimenti universalmente condivisi.

In 140 caratteri o poco più ci raccontate le vostre storie e quelle di cowinning?
C’era una volta una” signora del web” con poco tempo e tante idee. Capì che l’unione poteva fare veramente la differenza e che la propria conoscenza è come l’amore: più la condividi più si moltiplica. Fu così che diede il via a un’onda anomala che coinvolse il mondo della rete: ognuno portava agli altri il proprio valore e insieme crearono valore per altri. Loro da quel giorno definirono “co-winners” perché capirono che solo insieme si può vincere. (Nella foto Rachele Muzio)

Tutti questi eventi di “social qualcosa” alla fine non finiscono per essere raduni di iniziati autoreferenziali? A che cosa servono realmente?
Il pericolo dell’autocelebrazione esiste ma esistono anche molti eventi realmente interessanti, formativi che fra l’altro rappresentano un’occasione fantastica per fare networking.  Uno dei progetti di Cowinning è proprio quello di organizzare eventi e aprire il mondo social a più persone possibili. Abbiamo in serbo qualche idea per il nostro evento annuale che sarà definito in settembre e si svolgerà nel 2014. Seguiteci, ne vedrete delle belle!

Ma poi la gente paga veramente per questi servizi? e che cosa ne avrebbe in cambio?
Per quali? Cowinning non è né associazione, né società, né ha scopi di lucro, non vendiamo servizi o prodotti. Ovvio è una fantastica occasione di evidenziare alcuni professionisti che in questo modo hanno la possibilità di creare networking e intessere relazioni. Abbiamo ricevuto contatti per entrare in partnership come supporter ad alcuni eventi, ma ognuno di noi ha il proprio lavoro e la propria attività che si interseca necessariamente con l’attività di Cowinning per passione, per tipo di contenuti o perché semplicemente crediamo nel progetto.

G+ una élite di (marketing) nere, una bufala, un talento inespresso, un gioiello sottovalutato, o il prossimo successo della rete? perché?

Per noi G+ non è un “social network”, non si va su G+ per raccontare agli amici che “hai perso il gatto”.
G+ è un'identità portatile, è una rete di servizi che utilizzi e che crei attorno alla tua identità e che ti permettono di condividere con altre persone che usano i tuoi stessi servizi. Diventa così luogo dove c'è molta interazione e dialogo di qualità (se lo cerchi!). Tante informazioni utili e persone interessanti (se utilizzi lo strumento delle cerchie ad esempio, in modo intelligente!). E' una grande opportunità per le aziende che cercano visibilità online. Ma G+ è una grande occasione per migliorare anche le metodologie di lavoro in team. Abbiamo già scritto di G+ e continueremo a farlo perché ci crediamo molto. Noi ad esempio per interagire abbiamo eliminato le mail che creavano confusione e comunicazioni ridondanti. Abbiamo creato una community chiusa in cui poter discutere tranquillamente e a supporto sfruttiamo i canali che google offre, come Drive, Calendar, gli hangout… meraviglioso strumento che ci permette di vederci e parlarci e fare strabilianti riunioni unendoci da un estremo all’altro dell’Italia!


Funziona questo networking? Che risultati dà realmente? 
Diremmo proprio di sì Paolo! Ognuno di noi ha ricevuto e sta imparando molto, è vera esperienza sul campo: coordinarsi con altri 10 professionisti con background significativi non è sempre così semplice… sicuramente stimolante, ma credeteci che le discussioni ci sono! Faremmo una distinzione: team e percorso personale. A livello di team, da un punto di vista pratico, si sono aperte diverse possibilità da contatti con guest di grande rilievo che hanno scritto sul sito a partecipazione di eventi. Una giornata per noi importante è stata la giornata #nomafie del 21 marzo, grazie al Centro Asteria che ci ha voluto coinvolgere abbiamo offerto il nostro supporto comunicativo pre-durante e post evento. Abbiamo incontrato e ascoltato la signora Falcone e Aldo Giovanni e Giacomo, che promuovevano un contest rivolto alle scuole (tutt’ora aperto) che si intitola “siamo pacifici”
A ognuno poi si sono aperte altre prospettive: chi è diventato relatore per importante convegni, chi ha partecipato a nome del team a eventi. La cosa bella e importante è che noi tutti abbiamo una certezza ed è questa: sia che stai lavorando per te stesso, sia che stai promuovendo il progetto, la comunicazione che si percepisce è parte di uno stile che ci piace definire “gentile”. Sì, ci piace sapere che con educazione e gentilezza si può comunicare e coinvolgere: il singolo ha fiducia degli altri 10 anche per questa percezione e i risultati ci stanno dando ragione!


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