lunedì 20 aprile 2015

L'esperienza strumento per lanciare le PMI



Ho pubblicato qualche tempo fa una breve nota, un sintetico post sull'esperienza direttamente su Linkedin ottenendo diversi commenti. Tra questi quelli più attenti e interessanti sono stati quelli di Giuseppe Cavazzana per cui mi è sembrato utile chiedergli un contributo per questo blog. Giuseppe, che è consulente esperto di management, ha accettato. Ecco che cosa ne è venuto fuori.

a) Quali sono le difficoltà maggiori che devi risolvere nella tua professione per portare sintonia tra le generazioni? 


La velocità sempre maggiore dei cambiamenti geo politici, sociali e tecnologici rende sempre maggiore il distacco tra le generazioni. La sintonia dipende in primo luogo dalla comprensione reciproca e dalla condivisione di valori e visone aziendale. Oggi, prima di affrontare le classiche problematiche di competitività tra figli e genitori o tra giovani e anziani colleghi, occorre superare la barriera della reciproca incomprensione e della differente percezione della realtà circostante. 

b) Quali le ricchezze che "anziani" e "giovani" possono portare all'azienda? 


Gli apporti di giovani e anziani nelle aziende sono molteplici ed abbondanti, è il rovescio della della medaglia positivo, rispetto al punto precedente. gli anziani, stimolati dal veloce cambiamento, filtrano e affinano le migliori capacità ancora attuali e, di fronte al nuovo, sanno intuire ed evitare molti errori e rischi a cui i giovani si esporrebbero con facilità. I giovani sono abili e pronti nel cogliere le opportunità, utilizzare le nuove tecnologie, affrontare le difficoltà senza pregiudizi e senza rimpianti per un passato che non può più ripresentarsi. 

c) Che cosa è "esperienza" per te? 
Ritengo ci siano due modi di vedere l’esperienza, nei confronti di se stessi e nei confronti del mondo circostante. Il primo è la conoscenza delle proprie capacità e dei propri limiti, sapere cosa meglio si è ingrasso di fare e cosa invece evitare, come e quando ottenere i migliori risultati con il minor rischio di insuccesso. Il secondo è la conoscenza del mondo che ci circonda, sempre uno strumento valido di supporto alle nostre decisioni, ma forse meno che in passato a causa della rapidità dei cambiamenti e dello scenario attuale, in gran parte sconosciuto a tutti, in quanto nuovo. 

d) Che cosa serve di più alle PMI italiane oggi? 
Oggi serve maggiormente saper pianificare l’attività delle aziende, anche medie e piccole e micro, familiari o meno che siano. nei periodi facili, quando l’economia tira, pianificare sarebbe facile, ma è così facile che i più ritengono che sia superfluo. Nei periodi difficili, come l’attuale cambiamento epocale più dei precedenti periodi di semplice crisi, quasi tutti dicono che è impossibile pianificare, in questo modo si bruciano le risorse su vaghe speranze di soluzioni che arriveranno da sole. La mia esperienza, con centinaia di aziende incontrate negli ultimi trent’anni, è che maggiori sono le difficoltà e le incertezze, maggiore deve essere l’impegno a pianificare obiettivi sostenibili impiegando le risorse realmente disponibili con lungimiranza

e) Quali gli errori più gravi che hai visto accadere nella tua esperienza? 
L’errore fondamentale che ho riscontrato è forse che ciascuno in azienda vuole fare di testa propria, in buona fede indubbiamente, per far meglio, per rimediare agli errori di chi comanda, ma, poverino, non può vedere tutto e sapere tutto, così le “risorse umane” si disperdono, le strategie so modificano o si vanificano del tutto. Penso sia il rovescio della medaglia della geniale creatività di noi italiani: siamo i migliori ad inventare nuovi prodotti ed a superare le difficoltà del momento, ma non riusciamo a gestire la normalità ed a realizzare autentiche economie di scala lavorando in gruppo, rispettando metodologie e gerarchie. 

f) Dacci tre semlici consigli per le PMI 
- Fare rete per avere la massa critica necessaria a riuscire nel mercato globale. 
- Organizzare e pianificare le aziende per gestire economicamente la normalità. 
- Fare pianificazione finanziaria di medio periodo e rispettare metodicamente i limiti di budget.



Giuseppe Cavazzana

sono consulente di direzione dal 1984 e dal 1994 socio ordinario della Associazione Italiana dei Consulenti di Direzione e Organizzazione APCO, con la qualifica di Certified Management Consultant.


Collaboro con i miei clienti, in un rapporto di fiducia che dura in molti casi da più di un decennio, alla definizione delle strategie e alla rilevazione dei risultati ottenuti. 

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