venerdì 27 novembre 2015

Una idea dis-rompente! Per fare le scarpe al vecchio rilanciando la tradizione



Design Italian Shoes, ovvero DIS. Un’idea entusiasmante nata nelle Marche da giovani imprenditori che vogliono rompere con l’antico per rilanciare la tradizione. Non è un paradosso né un gioco di parole, ma un’affascinante avventura che mostra come sia possibile usare al meglio le nuove tecnologie per rilanciare la forza dell’esperienza e della qualità creativa italiana.  
Di loro hanno parlato TGCom24, RaiWorld, il CorriereInnovazione e molti altri.  
Andrea e Francesco Carpineti sono alla base, insieme all’esperto di nuove tecnologie Michele Luconi, di questa storia proiettata nel futuro: vendere nel mondo scarpe fatte su misura attraverso la rete. La scelta di puntare sulla novità, oltre all’uso estensivo delle possibilità offerte dal web per proporsi e cercare clienti, arriva fino alla ricerca di finanziatori diffusi, il cosiddetto crowdfunding, per uno specifico progetto –quello di un portale… speciale (lasciamo un po’ di mistero). Volete più dettagli? Li trovate qui.

Da dove nasce la vostra idea?
DIS nasce dalla volontà di innovare il settore tradizionale della calzatura made in italy. In particolare è nata da una chiacchierata in spiaggia con mio fratello Francesco dopo la lettura del libro "Business Model Generation". Abbiamo voluto unire la tradizione all'innovazione, portando tanti piccoli artigiani che realizzano scarpe a mano ma non hanno la capacità di internazionalizzarsi sul web. Il tutto con una nuova esperienza d'acquisto per il cliente finale. Ognuno infatti può creare la propria scarpa personalizzata tra oltre 45 milioni di combinazioni grazie al nostro configuratore 3D.

Ritenete che ci sia un mercato per prodotti di lusso come i vostri?
DIS si posiziona in una fascia medio-alta e vuole rendere il made in italy personalizzato alla portata di molti. Il nostro non può ancora essere considerato un prodotto di lusso ma di nicchia sì. L'idea nasce proprio per lavorare con tante piccole nicchie sparse per il mondo.

In che modo vi ritenete differenti da altri stilisti esistenti?
Nessun brand made in Italy offre il servizio di personalizzazione via web. Inoltre la nostra varietà è unica a livello mondiale anche rispetto ai nostri competitors. Per questo siamo unici rispetto agli altri.

Qual è il profilo del vostro cliente ideale?
Amante della scarpa e del vestire, con una fascia di età tra i 30 e i 55 anni, benestante.

In che modo state sfruttando la rete per farvi conoscere anche all’estero?
DIS ha sviluppato il suo business prevalentemente online. Stiamo facendo un piano integrato tra digital pr e advertising tramite facebook e google.

La scelta di vendere solo on-line non è azzardata? in che modo pensa possa valorizzare il vostro brand? 
Vendere online ti permette di raggiungere facilmente tutto il mondo.  E' come avere un negozio in ogni città mondiale. Siamo consapevoli che il business ha bisogno del canale tradizionale. Per questo stiamo proponendo il nostro servizio di personalizzazione a boutique selezionate, dove il cliente potrà vivere un'esperienza d'acquisto completa ed unica.

Che cosa spinge a lanciarsi in una nuova avventura come quella che state vivendo?
La voglia di creare qualcosa che ti appartiene e soprattutto di contribuire al rilancio del nostro distretto della calzatura, dove stiamo correndo il rischio di perdere le nostre maestranze. 

Come può un giovane oggi decidere di “startuppare”? Che cosa consiglia a chi sta pensando a questa opportunità?
Tre consigli per uno startupper: validate la vostra idea sul mercato; procedete a piccoli step; trovatevi sin da subito un team

Che cosa consiglia a chi si sta lanciando nell’avventura dell’export sull’uso della rete?
Di prevedere un budget dedicato a questa attività. Se si pensa che per vendere online è sufficiente creare un sito internet è meglio non iniziare per niente. Il web sta diventando sempre più affollato e la concorrenza è sempre più sfrenata. Quindi occorre strutturare un piano di digital marketing completo, con budget dedicato.

Quali errori uno startupper non deve commettere?
Di focalizzarsi troppo sulla sua idea credendo che sia l'idea del secolo. Ognuno sentiamo la nostra startup come una "figlia", bisogna però avere la lucidità di mettere in discussione tutto, sopratutto nella fase iniziale, e la forza di ammettere magari che la nostra idea è sì una buona idea ma non è un'idea interessante per il mercato.

Che cosa invece non deve trascurare di fare?
Insisto, validare l'idea sul mercato. Sono i clienti a decretare il successo di un'idea.

Che cosa state facendo per rendere unico il vostro brand e comunicarlo nel modo corretto?
Stiamo cercando di rendere sempre più l'esperienza di acquisto unica.

Che importanza ha il marketing nella vostra strategia?
E' fondamentale. La gran parte del nostro budget è speso in iniziative di marketing.

I progetti per il 2016?

Effettueremo il lancio del servizio per la donna e oltre alle scarpe classiche sarà possibile personalizzare anche le sneakers. Naturalmente, tutto 100% Made in Italy come confermato dal marchio che lo assicura!

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